E’ sempre emozionante pensare ad un viaggio, almeno, per me lo è. Pensarlo, immaginarlo nel tempo e dare forma allo spazio con una cortina geografica, una guida, un libro, qualcosa che sia concreto e non solo virtuale. Google map aiuta di certo ma forse per abitudine a me piace sfogliare, toccare qualcosa di concreto; mi rende la preparazione più facile. Questo è solo l’inizio del viaggio, ovvio, perchè tutto il resto si scopre dopo, e in questo caso, pedalando!
Ebbene si. E’ il primo viaggio in bicicletta (serio) per me e accetto di farlo perchè sono curiosa e le avventure mi piacciono. Chi mi conosce sa che sono una viaggiatrice “senza paura”, amo la natura e le sensazioni nuove e anche il viaggio in bicicletta merita di essere provato. Quindi: partenza!
Day 0 – Civitavecchia > Cagliari

Siamo in auto con le bici cariche, i nostri “bagagli” per un totale di una cinquantina di litri che poi vedremo come sono distribuiti e la nostra voglia di partire, percorriamo la tratta Bologna-Civitavecchia da dove ci imbarcheremo per l’isola.

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Sembra la foto perfetta della distribuzione dei bagagli: 40 litri Cesare sul portapacchi anteriore, 5 litri nella frame bag con gli attrezzi, i ricambi e gli oggetti pesanti, 8 litri Diana… eh si, visto che è il suo primo viaggio “serio” in bicicletta, Cesare la aiuterà affinchè non si affatichi troppo.

Arriviamo addirittura in anticipo e ci si ristora con un caffè al bar del porto di Civitavecchia. Sto imparando a curarmi della mia bici, del mio mezzo di trasporto: sempre bene in vista, messa in sicurezza e… coccolata. Ma su questo Cesare è molto più bravo di me: come pulisce lui la catena non la pulisce nessuno!!

Alla sistemazione delle bici in nave… beh, risparmio le numerose prove prima di pensare “una la capovolgo”!! e capovolgimento sia. Evviva, si può finalmente salire in nave e sistemarci nella nostra cabina.

La mattina siam tutti leoni… mmmm… no, aspettate, forse non era così. Rewind. Cesare e io la prima mattina in nave, pronti per iniziare a pedalare e sveglia alle 5.30 perchè alle 6 del mattino normalmente si attracca e non possiamo farci trovare impreparati. A letto presto, sonno ristoratore e la fatidica sveglia… solo la nostra sveglia e nel resto della nave silenzio. Che strano! forse la nave può aver portato un ritardo e Cesare va a chiedere alla reception. Eh si, la mattina siam tutti…bradiponi e furbacchioni, perchè la nostra nave arriverà al porto in perfetto orario, ovvero alle 11.30 del mattino!!!! No comment!
Un buon caffè al bar ce lo siamo meritati con una buona dose di “sbauchina”… ma noi siamo felici…
Day 1 – Cagliari > Teulada


Pronti che si va: si viaggia con la gambe, col sorriso ma soprattutto con gli occhi. Eh si cari amici: viaggiare con la curiosità negli occhi vi farà vivere il viaggio in un modo tutto vostro. Siate sempre curiosi e la bici faciliterà questa emozione, perchè col suo andamentolento ti fa assaporare particolari che con altri mezzi non si coglierebbero.
Siamo sbarcati alle ore 11.45 am circa e si inizia. Che gioia, alla scoperta della Sardegna: vento, mare, rocce…gente….e chissà cosa altro ancora!

Chissà quale salita è questa e chissà perchè Cesare è sempre in vantaggio. Con ben 40 lt di bagaglio lui alle salite mi supera sempre, sigh!

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Oggi il mare va ammirato “da fuori”: vincono il vento e le onde e non puoi che accomodarti e ammiriare questa distesa d’acqua meravigliosa. Il mare della Sardegna è bello sempre anche con le onde alte, col vento che ti scompiglia i capelli e la salsedine ti arriva ovunque. Con la bici si arriva alla spiaggia, con la bici arrivi ovunque: è proprio una compagna di viaggio.

Narra la leggenda….Un amore proibito, sbocciato tra un prete e una suora, scatenò le ire divine. I due religiosi vennero pietrificati ed esposti per sempre al pubblico ludibrio (i Menhir Su Para e Sa Mongia).

Cesare!!! ma che foto, sembro un salsicciotto!
Abbiamo imparato a cercare le rosticcerie più buone e ogni giorno assaggiare qualcosa di nuovo. Si mangia al parco, per strada, nel cortile della nostra stanza, insomma…è meraviglioso poter scegliere il panorama che più ci garba!
Ricordiamo questa rosticceria perchè prima di trovarla troviamo un imprenditore torinese il quale in un tempo imprecisato che a noi sembrerà eterno vista la voragine che ci ritroviamo nello stomaco ci racconta la storia, anzi, le sue disavventure con i lavoratori sardi per costruire uno dei suoi residence nella penisoletta di sant’Antioco. Spiacenti per lui, ma quello che quel signore ignorava era la fame e la voglia di trovare qualcosa di commestibile dopo aver pedalato un’intera giornata. Ci porta così ad una rosticceria che risulterà chiusa!!! Capito?? Chiusaaaaa e, nuovamente, inizia a ripercorrere i suoi ricordi/disavventure e criticando i sardi sul fatto che nemmeno in tempo fuori dall’emergenza covid si permettano di fare il girono di riposo. A noi ovviamente non interessava nulla sulla considerazioni alterate di questo signore ma solo trovare un buon ristoro… finchè la foto sopra appagherà tutti i nostri desideri culinari. Buon appetito a noi!!
Day 2 Teulada – Sant’Antioco


Pedalando per Sant’Antioco, poesia sparsa qua e là…che meraviglia!

Sant’Antioco è roccia, mare e vento. E’ un pezzo di confine di quest’isola dal cuore di pietra e gli occhi azzurri. Qualcuno scrisse che seguendo i vari tipi di rocce e pietre in Sardegna puoi delineare un cammino. E noi il cammino di Sant’Antioco lo abbiamo fatto tutto assaporando un tuffo nel suo mare salato e cristallino e ringraziando per per la lentezza del viaggio in bicicletta che ci ha permesso di ammirarlo con calma.

Siamo così sorridenti perchè di lì a poco ci saremmo tuffati a Cala Sapone?! Happyyy!
Ebbene sì, noi che amiamo il mare non possiamo che trovare le calette migliori per bagnarci dentro quel mare cristallino. E’ un regalo che l’isola ci fa e noi l’accogliamo con gioia.

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Day 3 – Sant’Antioco – Siliqua > 83 km 602 mt di dislivello

Dopo sant’Antioco si pedala verso l’entroterra che secondo noi non ha nulla da invidiare alla costa. Cesare sceglie le strade meno trafficate: a volte mi fanno paura le auto che sfrecciano a lato. Diciamo che il viaggio in bici ci permette di scegliere e ritrovarci in strade di campagna, non asfaltate oppure di fare deviazioni passando per paesini che altrimenti non avremmo visto. Perciò via che si va verso Siliqua: 83 km e 602 mt di dislivello. Cari amici, chi ha voglia di pedalare in piano… non venga in Sardegna! ahahahhhh.
Per fortuna Cesare mi porta i panini (passo e chiudo!).
Il ristoro a Siliqua merita una parentesi: Sa Lolla di Massimo e Rita. Che personaggi. Lo consigliamo con affetto sincero per queste due persone che ci hanno aperto le loro porte di casa e si sono mostrate molto interessate al nostro viaggio e a noi come viaggiatori. Abbiamo cenato assieme, invitati da loro e abbiamo accettando di buon grado; la cena era buonissima, preparata con semplicità e voglia di convivialità. Quella sera nessuno ha parlato di covid, di vaccini, di chiusure; nessuno ci ha chiesto nulla a proposito ma abbiamo semplicemente parlato di noi, del nostro viaggio, di chi siamo. Parole semplici di sogni, desideri senza che nessuno ci chiedesse il nostro credo religioso, politico, medico, ecc, ma apprezzati per quello che siamo. E Massimo ha fatto lo stesso…anzi, Massimo ha fatto molto di più: ci accolti come si dovrebbe tornare a fare, senza barriere nè pregiudizi.
Grazie a Massimo e Rita, torneremo a trovarvi.

Siamo ben felici di condividere le coordinate di Sa Lolla.
Day 4 – Siliqua > Arbus 59 km e 850 mt di dislivello


– Passo Genna Sciria (463m) – discesona verso Arbus – brontolismo per supermercato sfornito – appartamento tutto nuovo del cuoco al secondo piano – cena pollo e insalata.
Partiamo da Siliqua per una giornata che si rivelerà impegnativa ma ricca di emozioni.

DA SOSTITUIRE CON QUALITA’ MIGLIORE
Siamo diretti alle cascate di Sa Spendula e iniziano le salite. Davvero tosta la Sardegna sotto questo punto di vista. Era una giornata calda ed avevamo un sacco di aspettative per le cascate, o almeno, nel nostro immaginario pensavamo di fare una sosta pranzo e riempirci gli occhi dell’acqua fresca che scende dalle montagne. Ebbene, cari lettori…bellissimo il panorama, faticosa la salita (e a tal proposito sarò sempre sincera: le salite sono faticoseeeee!), arriviamo in questo parco “area sosta” per camper, ombreggiato, col bar …eee…alle cascate non scende l’acqua —- immaginate le nostre facce per favore e fate un minuto di silenzio —- Non sappiamo realmente cosa pensare: #lecascatesecche.

Proseguiamo perciò nell’intrepida salita che ci porterà a costeggiare quel che rimane delle costruzioni delle Minierie di Motevecchio, ora attrazione per i turisti. E’ un complesso enorme, una catena di montaggio che ha dato da lavorare a centinaia di famiglie e che ora lascia un senso di… solitudine (credo).

Mano a mano che salivamo lentamente ci si fermava per scattare qualche foto.


Ora gli edifici rimasti sono un museo. Abbiamo trovato il cancello aperto e siamo entrati…senza guida. Ci siamo fermati 10 minuti. Abbiamo visto quanto bastava per capire quanta fatica ha lasciato quel posto, quanta forza lavoro c’è voluta per far funzionare quei complessi così grandi. Quante vite.

Non si poteva visitare in autonomia le miniere ma siamo riusciti a scattare qualche foto; ci siamo fermati poco visto che ci aspettavano ancora un bel po’ di chilometri.

Non ci crederete ma era la prima volta che vedevo gli alberi da sughero. Volevo una foto con loro!
Proseguiamo per il passo Genna Sciria (463 metri sul livello del mare), che bei panorami. Pedalando lentamente in salita il panorama ce lo godiamo tutto. E questo è un altro punto a favore del viaggio in bicicletta: non scappa il filo d’erba a terra (e nemmeno la spazzatura) e il panorama non può che aprirsi davanti a te come il sipario di un teatro.
Ringraziamo sempre la natura che non si smentisce mai e allieta le nostre salite.

Prosegue la salita al passo dopo le miniere di Montevecchio

Panorama prima della discesa verso Arbus

Arriviamo nel tardo pomeriggio ad Arbus. Che paese strano: un senso unico in salita, uno in discesa e tutto un saliscendi. Supermercati sforniti ma per fortuna ci sono i frutta e verdura e le macellerie. Per la sistemazione della notte abbiamo trovato un bellissimo appartamento completamente nuovo e i proprietari sono stati gentilissimi con noi.
Day 5 Arbus – Fluminimaggiore > 48 km e 870 mt di dislivello


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Quasi quasi a Piscinas pioveva, mannaggia non si può stare in questo posto meraviglioso con la pioggia. Devo dire però che il colore che assume questo tratto di mare anche con le nuvole è favoloso. Color plumbeo con qualche riflesso cristallino e se ti avvicini l’acqua è tremendamente trasparente. Esce il sole e non si può non tuffarsici dentro.

Eccoci immersi nell’acqua che proviamo a fare qualche foto cil sole contro e la gioia di essere in quel posto. Chissà se in quel preciso momento Cesare mi stava raccontando delle sue avventure giovanili avvenute al largo di piscinas con i suoi amici…anzi…sicuro…le stava proprio raccontando per ridere così! W i ricordi e w la gioventù. W noi che abbiamo tutto ciò che ci serve.

Vedendo le montagne, pensavo già alla salite…bell’e fatta alla fine. Faticosa,ma che bello. E poi sono con Cesare, tutto va bene.

Di li a poco avremmo iniziato la salita di piscinas.

Pochi mt di altitudine, ma raggiunti con le nostre gambe; che soddisfazione!

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Day 6 Fluminimaggiore – Gonnesa > 53 km e 859 mt di dislivello


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DA RADDRIZZARE
Questo pezzo di costa ci regala panorami mozzafiato e il mare invoglia solo a tuffarsi dentro. E’ una pedalata piacevole, sempre di sali e scendi ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine.

Ecco, ora mi capotto….Cesare ovviamente è già arrivato a destinazione…

Le bici sono sempre ben riparate e gli asciugamani appesi fuori: sole e aria asciugano i nostri indumenti. Tattiche da cicloviaggiatori.

Anche oggi abbiamo fatto il nostro bagno, sempre la mattina. Infatti potete notare alle nostre spalle come la spiaggia diventi subito affollata. Incredibile, seppur siamo in Settembre, sembra che le vacanze durino ad oltranza.

Secondo la mappa doveva esserci una strada “terziaria” che ci avrebbe evitato la strada. Forse c’era ma ad un certo punto qualcosa è franato perciò la mulattiera lungo costone si è interrotta. Per fortuna…aggiungo io, non l’avrei mai fatta perchè mi faceva paura. Ad ogni modo, ci siamo imbattuti in una zona molto strana, rocciosa, sembravano crateri lunari.

DA RADDRIZZARE
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C’è chi cerca parrucchiere, c’è chi cerca parrucche!! a seconda delle esigenze… 🙂

Arriviamo a fine giornata in questo paese (tendente all’antiquato) e cerchiamo la nostra rosticceria.

Anche stasera abbiamo svuotato la rosticceria. Quando siamo entrati sembrava proprio non avessero altro che pizza! poco male sebbene noi avessimo voglia di proteine. Il compromesso è stata l’attesa di circa quaranta minuti per avere delle polpettine con patate e pizza… resisteremo!

Ci siamo fermati a questo parco un bel po’, sino al tramonto del sole. Dopo aver cenato Cesare ha pulito entrambe le catene e il tempo è passato. Solo la stanchezza si fa sentire ed è normale; quando si sta bene il tempo sembra davvero scorrere veloce.
Day 7 – Gonnessa > Piscinas 58 km e 490 di dislivello


Stanza in residence strampalato con piscina palustre a bordo rotonda – salita e discesa verso Porto Paglia – bagno – Portoscuso e vana ricerca di qualcosa da mangiare per pranzo – sentiero in riva al mare – paese far west abbandonato Tratalias – Giba (cena rosticceria mangiata al parco + pulizia catene) – Piscinas a casa del marinaio col cane
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Day 8 – Piscinas > spiaggia la maddalena 56 km e 680 di dislivello


La notte è stata alquanto infausta, camera calda e si affacciava alla strada principale; insomma è stata la nostra notte peggiore! Colazione con marmellate fatte in casa, partenza e piccola deviazione per la spesa e via in direzione Barrancu Mannu e la tomba dei giganti. Abbiamo parcheggiato le nostre bici, ben legate e nascoste per arrivare a piedi alla tomba dei giganti. Non è stato facilissimo perchè c’erano poche indicazioni e metà del sentiero in mezzo ai rovi tutto in salita. Detto ciò, all’arrivo abbiamo pensato subito che ne era valsa la pena: panorama mozzafiato.


Scendendo ci siamo persi…ecco, non trovavamo più il sentierino poco in vista. Con calma e dopo qualche tentativo l’abbiamo per fortuna ritrovato (io mi ero un po’ preoccupata). Recupero bici, merenda e partenza per una nuova avventura, tutta off road.

Dopo la nostra merenda iniziamo la salita sterrata di 10 km! ebbene si e la mia slate se l’è cavata benissimo. Peccato solo che Cesare a metà salita è stato attaccato da un bombo…, il portapacchi, si rompe e cade con un balzo in avanti! Mannaggia, tutti calmi: prima cosa e ovviamente la più importante è che Cesare sta bene! Tutto il resto è riparabile: il portapacchi è stato egregiamente rattoppato con nastro da elettricista e fascette. Bravo Cesare, in questi momenti ci vogliono calma e lucidità altrimenti non si trovano le soluzioni. Non solo, qui è stato fondamentale avere degli attrezzi, seppur posticci e l’esperienza di aver già affrontato situazioni critiche per non farsi cogliere impreparati. Proseguiamo verso passo S’Arcu de Su Schisorgiu (473m), incontriamo qualche auto che viene in senso opposto. Ci fermiamo per il pranzo e incontriamo due ragazzi lavoratori in villaggio turistico che facevano una gita fuori . Conversiamo con loro, gli offriamo parte del nostro pranzo perchè erano sprovvisti di scorte e scopriamo che uno di loro ha la fobia dell’uva (ecco, quando si dice “non si finisce mai di imparare”). Inizia la nostra discesa di 30 km ghiaiata fino a Capoterra; facciamo la nostra spesa per la cena e arriviamo a destinazione per la notte alla Maddalena dalla locandiera.
La locandiera non asseconda il nostro desiderio di tenere le bici dentro il B&B, ma trova un posticino sicuro e lontano da occhi di passaggio indiscreti. La stanza era molto bella con piccolo balconcino dove abbiamo cenato a lume di candela.
Day 9 spiaggia la maddalena – Torre della stella > 40 km e 669 di dislivello


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Mentre stavamo raggiungendo la nostra prossima destinazione, ad una rotonda, Cesare ci gira attorno e si intrufola dentro un parcheggio che dava ad uno stabilimento balenare (ormai chiuso per fine stagione) trovando così una bellissima spiaggia ghiaiata per poter fare un tuffo al mare! So lovely! Bici in vista, costume e via in acqua.

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Day 10 torre della stella andata e ritorno > 40 km e 669 mt di dislivello


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La Sardegna regala colori e paesaggi incredibili…soprattutto i colori, sono così vivi e accesi che non smetteresti di staccare gli occhi.
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Dopo pranzo avevo mal di testa, che palle!! rischiavo di rovinarmi/ci tutto il pomeriggio e pedalare dolorante non è affatto piacevole. Perciò Cesare dice ” vuoi riposarti nell’amaca?”… santissima amaca che piegata occupa lo spazio di una palla da tennis e srotolata ti fa riposare benissimo. Ho fatto il mio riposino, Cesare scattava foto e… cosa ha fatto Cesare?? io avevo gli occhi chiusi!
Riprendiamo la via del ritorno, doccia e via alla nostra rosticceria preferita (avevamo pure prenotato il pollo!)

ecco cosa faceva cesare: fotografava i miei calzini :-))
Day 11 torre della stella – Quartu sant’Elena > 47 km e 392 mt di dislivello


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Day 12 – ? > ?


Abbiamo tenuto l’ultimo giorno per arrivare a Cagliari con pochi km…e abbiamo fatto bene, C’era un gran vento quel giorno e il giorno dopo davano pure “l’allerta meteo”. Insomma, si doveva proprio tornare a casa. Abbiamo approfittato per passare qualche ora in spiaggia, rilassati, trovando un posto che ci riparasse dal vento e dalla sabbia che sia alzava di conseguenza.
Day 13 – Cagliari > Civitavecchia

Viaggiare in bicicletta è davvero incredibile. Senza Cesare non lo avrei mai fatto, è una esperienza che non mi sarei mai fidata a far sola. Con lui è stato tutto perfetto e le mie gambe ogni giorno erano sempre più sicure, io mi sentivo più sicura. Abbiamo intrapreso questo primo nostro viaggio più lungo, per me ….lui di km in bici ne ha fatto davvero tanti! bravo…intrepido. Io sono felice di essere al suo fianco e sono fortunata perchè ho scoperto una nuova libertà: le mie gambe che portano lentamente ovunque.
Si fantastica per fa un altro pezzo di Sardegna, bisogna fantasticare e sognare; i sogni ci fan sentire vivi e gioiamo dei nostri sogni. Muoversi lentamente è un privilegio perchè cogli particolari che velocemente non si coglierebbero. Ma il privilegio più grande è la condivisione di ogni momento con la persona con cui vuoi condividerli. Le emozioni di un viaggio sono personali, ma condivise si arricchiscono.
…e questo è solo l’inizio…
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