Randonneè del solstizio d’inverno – 2018

Con l’inverno arriva anche il freddo e visto che ci piace soffrire, perché non vederci tutti in Veneto in un vallone gelato e farci un giro del lago di Garda? Sarà sicuramente poco umido… A sto punto facciamola in notturna.

Questo è quello che devono aver pensato, probabilmente in avanzato stato di ubriachezza, quando hanno deciso di organizzare la randonnee del solstizio d’inverno.

La domanda a questo punto è questa: sono più matti loro ad organizzare questo evento o siamo più matti noi ad iscriverci e a presentarci ogni anno ad Arco?

Per il secondo anno farò anche io parte della torma di facinorosi nottambuli dal fazzoletto facile, perchè tante saranno le volte che ci soffieremo il naso nella notte fra sabato e domenica.

L’appuntamento è per l’ora di cena nella piazza Carlo Marchetti, di fronte alla pizzeria Ai Conti, la partenza è in programma per le 20:30 ed io mi organizzo per andar su in treno fino a Rovereto per poi svalicare sulla Statale 240 costeggiata da una bella pista ciclabile.

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Si prospetta una notte fredda ma non troppo, come abbigliamento non mi faccio mancare niente a parte le scarpe invernali, quindi cerco di sopperire con una calzamaglia aggiuntiva da mettere sotto ai pantaloni lunghi e due buste di plastica per avvolgere le scarpe in caso mi venisse freddo ai piedi.

Come gomme riesumo le Schwalbe All Round 700×35 che ho usato alla Transcontinental Race l’estate scorsa, sono messe male, soprattutto la posteriore, ma sono forse le gomme più grippanti che ho, visto che comunque tendono a perdere pressione decido di usare le camere d’aria e di rinunciare al sistema tubeless, ne approfitto per centrare le ruote che non sono state controllate dopo la TCR.

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Decido di viaggiare molto leggero, smonto addirittura le prolunghe aerodinamiche e siccome il cambio posteriore è stato rimesso sulla RoadMachine, tolgo anche tutto il pacco pignoni lasciando solo un ingranaggio da 14 denti in accoppiata con la corona ovale da 38 denti, soffrirò un po’ nelle prime salite per poi viaggiare tranquillo per il resto del percorso, del resto non voglio rischiare di ritrovarmi ad aggiustare o regolare un cambio difettoso o rotto con le mani gelate.

La borsa sottosella da 14 litri di Miss Grape sarà perfetta per contenere un cambio invernale completo di calzettoni, pantaloni lunghi e maglia pesante oltre ad una seconda camera d’aria di riserva. Una borraccia termica aiuterà a tenere in caldo il the tra un check point e l’altro.

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In un paio d’ore di treno sono a Rovereto, scendo verso Moro e mi immetto sulla statale e poi subito sulla ciclabile che la fiancheggia, mi ritrovo su un asfalto che scricchiola sotto alle ruote nel buio completo. Ben presto mi adatto all’oscurità e alzando lo sguardo trovo un cielo terso pieno di stelle come non lo vedevo da tanto. Dopo pochi chilometri vengo reimmesso sulla statale e non ci sarà più verso di tornare in ciclabile dato che è piena di neve, il cartello di divieto alle biciclette lascia supporre che debba immettermi in ciclabile ma non ho scelta, se voglio arrivare in tempo ad Arco in modo da mangiare qualcosa toccherà rischiare una discesa vietata.

 

 

 

 

 

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