Come NON partire per un viaggio – 20 Agosto

Avendo tre opzioni per raggiungere il sito della partenza sul confine francese ho pensato bene di prenotare il biglietto del treno all’ultimo e, sorpresa, non ho trovato posti liberi fino al giorno successivo a condizione di partire alle 6:33 arrivando alle 14:00 a Ventimiglia. Non l’ideale visto che pensavo di partire dal confine alla mezzanotte per cominciare a pedalare col fresco ma…
Visto il tempo extra a disposizione, delle fastidiose domande hanno cominciato a rimbalzarmi in testa: il sistema tubeless delle gomme terrà o mi lascerà a piedi? Ho fatto bene a scegliere il marsupio con sacca idrica integrata? Le borse al telaio e sottosella non saranno troppo piene?
Ho trovato subito risposta alla mia prima domanda quando la ruota posteriore ha cominciato a sgonfiarsi nel pomeriggio costringendomi ad una corsa disperata verso la casa in campagna per sostituire la valvola con un altro modello e 🤞🏽.
Nel frattanto ho tamburellato di messaggi e telefonate il buon Nure di MissGrape, ovviamente il mio telaio può accogliere due taglie differenti della borsa Internode e non riesco a decidermi, penso quindi bene di tormentarlo con richieste del genere:”ti mando la mia morosa a prendere due borse e me le faccio portare lungo il percorso, le provo e ti faccio riportare indietro la taglia che non va bene.” Per fortuna Nure era fuori sede e la morosa doveva lavorare altrimenti gli toccava questa tarantella senza senso. Passando da casa per sistemare la ruota ho riesumato la vecchia fullframe bag della Apidura, che ho usato alla Transcontinental Race due estati fa riuscendo a farle stare dentro tutto il materiale per quelle due settimane folli tra Belgio e Grecia, 4500 chilometri di avventure con un’attrezzatura molto essenziale, per fare un eufemismo. Sostituire valvola e borsa rientro verso Bologna per essere più vicino alla stazione, non è stata assolutamente la partenza che avevo programmato ma a quanto pare gli imprevisti sono una costante.
Forse ce la facciamo – 21 Agosto

Alle 6:33 ho il treno che mi porterà verso Ventimiglia. Partiamo puntuali ma… 🤞🏽
Il secondo treno parte invece in ritardo ed arriva altrettanto in ritardo, per fortuna c’è del margine e riesco addirittura a prendere un treno precedente a quello che avevo scelto, in ritardo di più di un’ora. Insomma alla fine sono arrivato addirittura prima del previsto.

Ora non resta che raggiungere la frontiera, girare la bici e cominciare a pedalare verso sud.

Parto che sono ormai le due del pomeriggio, ci sono 32 gradi stemperati da un mostruoso vento contrario, procedo a rilento ma almeno non sudo. Mi affido alle applicazioni da cellulare per trovare le fontanelle dove ricaricare le borracce, davvero un mai più senza.
Seguo la costa attraversando un paesino dietro l’altro, alternando colonne micidiali di auto a stupende ciclabili, a volte addirittura sotterranee e freschissime.

Mentre scatto una foto sento dietro di me che mi chiamano per nome, incredibile ma vero, un signore che mi segue sul profilo Instagram ha deciso di prendersi la briga di trovarmi ed ora ci ritroviamo a chiacchierare in una delle piazzole di sosta più belle della Liguria. Quando mi chiede che programmi ho realizzo che sono ancora molto indietro e che la partenza nell’ora più calda è stata una pessima idea. Gli rispondo che vado finché c’è n’è e poi vedo.

Al tramonto attraversai Savona, città nella quale ho vissuto per un’anno e mezzo una vita fa. La maggior parte delle spiagge che ho attraversato durante la giornata erano ricche di deja vu, anche la persistente colonna di automobili sull’Aurelia è la stessa di quindici anni fa.
Di nuovo ci sono però un sacco di ciclabili, anche sotterranee che mi evitano dei bei pezzi di salita che bevo invece preventivato.
Ma ormai la fame si fa sentire e trovo una pizzeria sulla strada che me ne prepara una davvero ricca. Proseguo un’altra decina di chilometri prima di vedermi di fronte un bel campeggio e in men che non si dica sono già docciato a sdraiato per recuperare qualche ora di sonno e ripartire col fresco.


Alle 5:30 suona la sveglia e cominciamo le operazioni di reimpacchettamento dei bagagli addosso alla bici. Serviranno 40 minuti per integrare tenda e attrezzatura in un formato compatto ed efficiente per pedalare senza troppa resistenza aerodinamica. Parto dopo una bella colazione a base di focacce sale ed olio o con pomodorini e olive, attraverso Genova e poi tutti i paesini della costa verso le cinque terre dove affronto due salite principali da 600 metri di elevazione ciascuna, ma non prima essermi perso per un sentiero o consigliato dal navigatore.

Prima raggiungo il passo del bracco dove incontro il presidente del vespa club di Alcamo, col quale mi do appuntamento per quando passerò un Sicilia.

Si gioia del panorama ricco di verde, lamentando invece la situazione sicula dove dice “hanno incendiato tutto”, avrò tempo di rendermi conto della situazione fra qualche giorno.

Si scende fino all’unica fontanella della zona, impreziosita da una composizione dedicata ad un ciclista di una generazione passata.
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