Exploring Molise – 2019

E: “Allora ci andiamo a fare quel giro?”
C: “Certo.”
E: “Quando si parte?”
C: “Appena torno dalle Dolomiti.”
E: “Partiamo da Pescara, poi facciamo tutto un giro nell’entroterra e giù fino al mare a Termoli a salutare Meo.”
C: “Perfetto.”

Alcuni giorni dopo…
Meo: “Ce, mi sono infortunato, me lo fate un favore? Me la portate giù a Termoli la macchina?”

Ed è andata a finire che il giro preparato per noi dall’amico Gianguido dev’essere pesantemente modificato perchè non si parte da Pescara ma dalla provincia di Termoli e Meo si è prodigato suggerendoci mille posti da visitare e tracce da seguire.

Insomma, si rivoluziona tutto, si caricano le biciclette sulla Opel Corsa di Meo e si parte verso sud.

Da Guglionesi a Bagnoli del Trigno – Day 1

90 km – 1900 mD+

L’idea di base è di suddividere il viaggio in tappe da un centinaio di chilometri senza includere salite particolarmente impegnative e facendo in modo da raggiungere paesi che possano garantirci una certa ricettività per il pernottamento.

Salutiamo Meo e ci portiamo sulla strada principale.

Partiamo da Guglionesi verso l’entroterra, la strada statale ci permette di spostarci rapidamente nonostante i sali e scendi costanti.
Attraversiamo Montecilfone e poi Castelmauro per raggiungere il paesino arroccato a Civitacampomarano, che sfoggia decori moderni che riempiono le crepe delle case colpite dal sisma del 2002.

Civitacampomarano

Affreschi caratterizzano ogni singola via, dai più astrusi e futuristici a quelli che raccontano la realtà popolare locale fino alla generazione passata.
Si sale ancora un po’ e poi si ridiscende verso Trivento dove il navigatore ci fa finire in una strada ripida e ghiaiata che ci cotringe a camminare spingendo le biciclette.

Ma non ci perdiamo d’animo e in cima alla seconda salita della gionrata incrociamo anche uno dei sentieri che caratterizzano la zona, il tratturo, ossia un sentiero formatosi naturalmente, battuto dal bestiame.

Incrociamo il primo Tratturo (Celano – Foggia)
Panorama da Pietracupa

Ci fermiamo a Pietracupa ad ammirare e fotografare il panorama, la prossima discesa ci porterà alla conclusione della prima tappa, sotto la rocca di Bagnoli del Triglio che visitiamo prima di andare a fare la spesa e dirigerci verso il bed & breakfast.
Per questo viaggio abbiamo deciso di viaggiare molto leggeri, quindi non abbiamo tenda ne attrezzatura da campeggio e ripiegheremo su strutture ricettive per la notte.
In questo caso la prenotazione è stata fatta all’ultimo momento su Booking.com e le chiavi le abbiamo trovato dentro ad una cassettina con combinazione.
Dopo una bella doccia e dopo aver lavato i vestiti utilizzati in questa prima giornata ci infiliamo sotto alle coperte per recuperare le energie per il secondo giorno.

Da Bagnoli del Trigno a Scapoli – Day 2

130 km – 2200 mD+

Per il secondo giorno abbiamo in programma un’unica salita nella prima metà della giornata, quindi una buona colazione è d’obbligo.
Lasciamo le chiavi nella cassetta di sicurezza e siamo pronti a pedalare quando troviamo la strada sbarrata. Proprio a bordo strada troviamo una signora molto anziana e ne approfittiamo per chiedere indicazioni, ci suggerisce di prendere il viadotto ma è una strada vietata alle bici, per non aumentare esageratamente il chilometraggio o tagliare il percorso decidiamo di azzardare e scavalchiamo lo sbarramento.
Dietro la curva troviamo una piccola frana che ha mangiato via una parte della carreggiata.

Passando per Agnone, che visitiamo volentieri percorrendo tutti i sensi unici contromano, proseguiamo a salire su fino a Pescopennataro dove l’unico minimarket aperto ci costringe a fare rifornimento per il pranzo.
Il padrone del market ci consiglia di fermarci a mangiare all’agriturismo poco più a monte, dove infatti troviamo suo figlio ed ordiniamo due primi per reintegrare le energie.
Il gestore ci consiglia di non prendere la strada principale ma il sentiero nel bosco. Noi ci fidiamo di buon grado e ci ritroviamo su un sentierino in salita completamente fangoso e limaccioso che mete a dura prova le mie gomme semi slick.
Nonostante la difficoltà nel procedere, il sentierino merita il passaggio e dura pochi chilometri.
Ritornati su asfalto si raggiunge la basilica di San Luca, i locali ci hanno consigliato di lasciare le bici e proseguire a piedi sul retro della chiesetta, il sentiero da accesso ad un belvedere fenomenale.
Il panorama è davvero vastissimo da quella posizione e a valle si scorge anche l’agriturismo di poco fa, ormai un puntino lontano.
In cima troviamo gli impianti di sci di fondo con gli sky lift a rullo, simili a dei tapis roulant che attraversano i boschi.
Superata la vetta di Monte Ciglione, a quota 1578 metri, ci lanciamo giù per la discesa a gran velocità verso Capracotta per poi costeggiare i fianchi di Monte Civetta e Monte Capraro.
Superiamo Vastogirardi e zigzagiamo fra le colline per decine di cilometri attraversano piccoli paesi di poche case, ci fermiamo a Scapoli per dormire dove troviamo le chiavi dell’appartamento infilate innocentemente nella toppa.

Da Scapoli ad Indiprete – Day 3

100 km 1600 mD+

L’obbiettivo della tappa di ieri sarebbe dovuto essere Castel San Vincenzo ma abbiamo deciso di non correre e di andare a visitarlo stamattina.

Dopo colazione passeggiamo nel borgo di Scapoli, appena ci mettiamo in sella la Diverge dell’Enrica comincia ad avere problemi al cambio e le marce più corte faticano ad entrare , siamo costretti ad una regolazione del cambio a bordo strada.
Mentre siamo intenti a regolare le vitine del deragliatore posteriore sentiamo le prime gocce e facciamo appena in tempo a raggiungere il bar del paese prima che cominci a venir giù per bene.
Siamo gli unici clienti del locale che torreggia sulla diga che delimita il lago artificiale.
Aspettiamo che spiova in compagnia del gestore del bar e di sua moglie che non si schioda mai dalla slot machine nella quale continua ad infilare moneta dopo moneta.
Aspettiamo che spiova e ripartiamo per visitare la zona più interna del Molise, passiamo Venafro e ci arrampichiamo su per la rampa che porta a Roccapipirozzi.

Incerti sulla traccia, invece di entrare dalla via principale scegliamo una salita boscosa che ci costringe a caricarci le bici in spalla per superare le parti dove anche spingere era impossibile.

Discendiamo a quel punto dall’accesso carrabile al paese, mettendo a dura prova gli impianti frenanti in una discesa a strapiombo che ci fa perdere duecento metri di elevazione in poco più di un chilometro.
Dopo chilometri di falsopiano in salita affrontiamo l’ascesa a Castel Petroso passando per Isernia che ormai è già buio. Facciamo una breve pausa in un bar per recuperare due birre e troviamo posto per la notte ad Indiprete, pochi chilometri più a valle.

Da Indiprete a Bojano – Day 4

80 km – 1700 mD+

Cominciamo la giornata con le borse piene solo degli avanzi della colazione, in programma abbiamo la parte meno servita di tutto il tour e alla prima occasione ci fermiamo per riempire lo zaino di provviste. Lo zainetto risulta fondamentale per queste eventualità.

Dopo Roccamandolfi cominciamo a salire ed il paesaggio diventa, se possibile, ancora più selvatico. Siamo soli, come del resto nella gran parte del nostro viaggio, la quasi totalità del tempo eravamo gli unici utenti delle strade secondarie o anche principali. Ci torna in mente l’articolo che avevamo letto dove la Regione Molise incentivava economicamente a prendere residenza nel territorio e capiamo sempre più le motivazioni, in pratica siamo in una zona disabitata e per giunta poco accessibile.

Raggiungiamo Campitello Matese a 1642 metri dove troviamo un’intero stabilimento sciistico attrezzato sia per la discesa che per il fondo. I grossi edifici alberghieri sembrano assolutamente fuori luogo nel deserto che li circonda, troviamo riparo dentro la rampa di una scala a chiocciola per consumare una bella merenda protetti dal vento micidiale che si è alzato una volta raggiunto l’altopiano.
Proseguiamo su una strada chiusa al traffico e subito capiamo che non c’è nessun ostacolo se non la totale assenza di manutenzione, qualche avvallamento allagato e il guardrail completamente sganciato dai supporti trasmettono un senso di postatomico con i noi due unici protagonisti e padroni assoluti della montagna.
Ed è proprio fra i due picchi che incontriamo un locale, vestito di pelli di pecora e coperto con un cappellaccio che gli copre orecchie e nuca, ha le guance lucide come un indio e rubiconde come chi probabilmente si è consolato con la bottiglia.
Pochi chilometri dopo incrociamo un enorme gregge, guidato da molti cani legati a coppie da un guinzaglio. Non ci pensiamo due volte ed aumentiamo il ritmo per fiancheggiare il gregge e poi allontanarci più rapidamente possibile, sento ben chiara la preoccupazione della mia compagna di viaggio, per fortuna siamo ben attrezzati e le nostre biciclette fanno in fretta a prendere velocità e a farci volare oltre l’eventuale pericolo.

Superato il secondo picco veniamo avvolti da una nuvola che ci priva totalmente del panorama sul versante Est. Da questo punto abbiamo quasi trenta chilometri di discesa e ci vestiamo per non raffreddarci. Vista l’umidità indossiamo addirittura le giacche antipioggia.
Scendiamo lanciati penetrando sempre di più nel vapore che rende impossibile vedere a più di qualche metro, accendiamo anche le luci lampeggianti

Da Bojano a Gambatesa – Day 5

90 km – 1500 mD+



Da Gambatesa a Guglionesi – Day 6

100 km – 1700 mD+



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