Murder of couriers Alleycat a Verona

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PRE RACE – Questa volta a diventare vecchio è Filippo e noi si festeggia scapicollandoci sotto al terrazzo di Romeo e Giulietta. Sarà una due giorni di garette e festeggiamenti.

Io sono ancora abbozzato per quello strappo intercostale che ho preso alla PreCum a Torino quindi devo ottimizzare un po’ almeno la bici: ho cambiato lo stem Thomson mantenendo i 110 millimetri di lunghezza ma passando da uno a 0 gradi ad uno a 17 gradi  in modo da abbassare un po’ il manubrio; come gomme passo dalle Continental SportContact da 32mm a delle GP4000 da 25mm; come pignone sono ancora indeciso se tenere il 13 denti o se passare ad un 15, del resto quando si è un out of town si finisce spesso per controllare la strada mille volte e a dover affrontare infinite ripartenze da fermo.

Comunque il bagaglio è pronto: un cambio, sacco a pelo, materassino e sono pronto a partire.

POST RACE – Da Bologna siamo in tre, alla fine mi sono convinto a prendere il treno all’andata assieme a Pier e Victor di UBM, i messenger bolognesi.

Le bici fanno bella mostra appese nel vagone dedicato e noi andiamo a rilassarci un po’ nello scompartimento adiacente. Ho il tempo di conoscere un po’ meglio Victor, che avevo incrociato un pomeriggio da Aldo il giorno che sono passato in bottega, disperato per la crepa scoperta sul telaio della Roadmachine. Victor parla un italiano che ispira simpatia, ha un forte accento spagnolo, ha viaggiato parecchio ed è un avido pedalatore, al momento lavora per Pier e poi si vedrà.

Tra una chiacchiera e l’altra il tempo passa rapidamente e ci ritroviamo a destinazione pronti a raggiungere il festeggiato: Filippo dei CBV, i corrieri in bici di Verona. Lasciamo le borse e dopo una serie di calorosi saluti veniamo indirizzati alla partenza della gara.

Ormai è buio e montiamo le luci, attraversiamo a passo medio le strade del centro, proprio a fianco dell’arena, in mezzo ad una moltitudine di pedoni che accalcano le vie pedonali, poi una salitella e raggiungiamo gli altri a castel San Pietro.
Lì troviamo alcuni dei padroni di casa: Biagio, collega di Filippo, che mi ha ospitato alla mia prima visita a Verona; Cristiano, organizzatore della gara che mi ha dato sicurezza e che mi ha portato a decidere di iscrivermi alla Transcontinental Race; Adrian, ex corriere CBV di ritorno dal suo primo viaggio in bikepacking, pianifica già il prossimo.

Anche i milanesi sono già presenti: MrOhm pronto a sgambare ma con l’occhio alla cronoscalata in programma per il giorno successivo, un corriere di origini pakistane in viaggio perenne ed un altro paio di Bici Couriers milanesi.

In un ritardo mostruoso si presentano i romani che dopo un po’ di rigorosa caciara finiscono di prepararsi per la partenza. Giusto il tempo di avere conferma da tutti i check e la gara comincia: ci viene comunicato un indirizzo dove troveremo il manifest con gli indirizzi delle consegne, pochi secondi dopo siamo tutti spalla a spalla lanciati giù per la discesa verso l’obiettivo comune.

Ma subito il gruppo si divide, alcuni si capottano giù per una scalinata ed io non azzardandomi seguo l’unico veronese , sicuro che sappia la strada più corta, purtroppo scoprirò poi che Adrian ci ha trascinati su per una salita assolutamente inutile. Avendo perso Pier al bivio mi tiro dietro Vicotr e pedalando di gran lena raggiungiamo Pier alla macelleria (notturna ?!?) dove mi consegnano un foglio con gli indirizzi dei pick e dei drop, comincio a caricare gli indirizzi su Komoot per chiarirmi le idee di quale possa essere il percorso migliore ma non faccio in tempo che Pier è pronto a ripartire assieme ad Andrea ed io mi accodo assieme a Pietro.

Seguiamo tutti Andrea check dopo check, su una serranda troviamo un indirizzo extra, ad un altro una prova di abilità in mezzo ad un lago, ad un altro una bicchierata di rosso, ad un altro penso della grappa, ma non sono sicuro. Ormai ho comunque perso il controllo della gara, i miei compagni sono molto più rapidi e pronti di me, in poco tempo riescono ad orientarsi, cercare e valutare a quale indirizzo passare prima e quale lasciare per dopo, del resto è il loro lavoro e decido di lasciarmi guidare e godermi il panorama, sfrecciando fra le strade trafficate del sabato sera e le vie pedonali attorno all’Arena.

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Non faccio fatica a tenere il passo, gli ostacoli si presentano a ritmo serratissimo ma li affrontiamo col sorriso sulle labbra, l’adrenalina scorre ed il nostro trenino di luci lampeggianti filtra tra le lamiere ed i gomiti, accelerando e rallentando all’unisono, ci avviciniamo l’un l’altro il più possibile sui rettilinei per poi aprirci in sicurezza al sopraggiungere degli incroci, nonostante la competizione c’è molta complicità.

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Ma quando il gioco si fa duro, chi ha tecnica ed esperienza lascia indietro i meno esperti, io perdo miseramente Pier ed Andrea in una discesa su strada dissestata e scivolosa dove non ho alternativa se non rallentare ed arrivare giù in sicurezza. Da cinque rimaniamo in tre e nel giro di un paio di incroci sono solo assieme a Victor verso l’ultimo check point e via all’arrivo dove Filippo ci aspetta davanti a TwelveBike, entriamo trionfanti come primo e secondo ma subito ci fanno notare che abbiamo saltato un indirizzo, quello a sorpresa. Victor ha un attimo di esitazione ma lo spingo fuori dal negozio senza dargli il tempo di tirarsi indietro ed in pochi istanti siamo già saltati in sella ad attraversare per l’ennesima volta il centro pedonale murato di persone.

Il tempo di una foto e via l’ultimo passaggio attraverso il muro di persone, ostacolo davvero difficile a fine competizione, bisogna prevedere ogni mossa ed ogni pensiero di un numero esagerato di soggetti distinti, per essere subito pronti a trovare una via di fuga per evitare l’impatto. Pedalo a pochi centimetri dalla ruota di Victor quando mi si butta davanti una vecchia che si lancia fuori dal portellone scorrevole di un furgone, è una questione di un istante e miracolosamente riesco a scansarla.

All’arrivo troviamo davanti a noi solo Pier ed Andrea e nonostante l’errore commesso ci guadagniamo il terzo e quarto posto. Cominciamo subito a festeggiare a birra e patatine aspettando gli altri che uno dopo l’altro si presentano all’arrivo. Comincia a piovigginare ed un po’ per volta veniamo reindirizzati al negozio a fianco dove veniamo rifocillati con una buona dose di passatelli in brodo.

Mangiando si ride e ci si racconta gli aneddoti e le piccole avventure appena vissute, molti di loro sono stati al campionato italo-svizzero di bike messenger a Lugano e raccontano di quando Victor ha schiaffeggiato un poliziotto non ricordo bene per quale motivo.

Arrivano anche gli ultimi ed è il momento delle premiazioni, anche io rimedio un premio essendo arrivato a parimerito con Victor e tra un applauso ed una bottiglia rotta goffamente ci spostiamo verso un altro locale per bere qualcosa. Gli organizzatori hanno una cargo carica di birre ed il kebabbaro all’angolo non ha tregua e continua a sfornare falafel e patatine a ciclo continuo. A una certa ci salutiamo per darci appuntamento alla mattina successiva per la cronoscalata lasciando uno di noi in dolce compagnia, lui si fermerà a dormire da lei e noi lo salutiamo con tono malizioso.

Assieme a Pier ed ai romani sono ospite nuovamente di Biagio, che vive in una casa inerpicata sulla collina che sovrasta Verona, lasciamo le bici fuori e dentro subito qualcuno propone una pasta di mezzanotte nonostante fosse ormai l’una passata, comunque la proposta viene accolta positivamente da tutti ed in men che non si dica una fusillata al pesto è nei piatti e cala un silenzio incredibile fra il tintinnio delle forchette.

Ci spartiamo i letti ed in men che non si dica siamo tutti imbustati sotto alle coperte, io per sicurezza mi ero provvisto del sacco a pelo leggero e ne approfitto per farmi una dormita avvolto nel mio compagno di mille nottate all’aperto, che mi ha accompagnato negli ultimi dodici anni in giro per il mondo.

Mi sveglio e trovo Pier che si sta vestendo per uscire, una teglia di lasagne lo aspetta a Bologna e non può esimersi, ci salutiamo con un cenno e mi concedo un altro po’ di sonno.

La seconda e definitiva sveglia me la da Biagio con un: “Forza, scendete, che cominciamo la gara in salita!”, mi ribalto fuori dal sacco a pelo e scendo le scale allacciandomi i pantaloni, nel giro di pochi minuti sono passato dal sacco alla partenza senza nemmeno lavarmi la faccia, riesco comunque miracolosamente ad agguantare un caffè al volo.

Alla partenza oltre al padrone di casa ed al festeggiato ci sono un paio di facce stanche, reduci dalla gara della notte precedente e c’è anche quello che non aveva dormito con noi, ci aspettiamo dei dettagli scabrosi della nottatona ma lui ci lascia senza parole raccontandoci candidamente di essersi risvegliato seminudo su un divano abbracciato ad un uomo sconosciuto…

Aspettiamo gli ultimi partecipanti e partiamo in batterie da tre, la rampa è ripida e davvero insidiosa, dieci tornanti molto stretti son un fondo di cemento viscido e foglie bagnate, tant’è che Victor si ribalta al penultimo.

MrOhm mette a frutto il suo allenamento in salita e con la sua scatto fisso brakeless brucia nello sprint finale il polacco nonostante quest’ultimo corra in mountain bike e noialtri lo plaudiamo affettuosamente già un po’ col pensiero al pranzo, del resto è già ora ed io non ho nemmeno fatto colazione. Ci sediamo tutti a tavola e le lasagne si alternano alle polpette e noi siamo sempre meno avversari e sempre più amici, l’atmosfera è delle migliori ed il panorama merita il viaggio.

Come sempre l’ospitalità dei padroni di casa è stata impeccabile, tra l’organizzazione ed i rinfreschi non si sono proprio risparmiati per regalarci un fine settimana di vera festa.

Rientro verso Bologna con Victor, che ormai ci ha preso gusto e si ribalta anche sul binario facendo un garino con una vecchia in bicicletta. Sul treno mi dice che ha intenzione di partecipare alla Transiberica Bike Race che percorre la penisola iberica per 3.500 chilometri mettendo alla prova i corridori con 50.000 metri di elevazione complessiva.

Sto cominciando a valutare/sognare/illudermi di fare la tripletta: NorthCape>Tarifa, Transcontinental e Transiberica una in fila all’altra, spero non sia un progetto troppo ambizioso. Nel frattempo ho in programma un bel calendario di eventi in preparazione di quelli estivi, fra qualche giorno mi incontrerò con gli scalmanati del ciclocross single speed in provincia di Vicenza al TigerCross assieme agli ex Transcontinental Cento e Niccolò.

3 risposte a "Murder of couriers Alleycat a Verona"

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