Dopo aver fatto la prova di accesso alla Transcontinental Race percorrendo 300 chilometri in un giorno da Bologna al Conero, mi ero reso conto che avevo bisogno di una bici che mi permettesse di alloggiare una borsa nel triangolo del telaio, la Bianchi convertita che avevo usato fino ad allora era molto bella e particolare ma la struttura del telaio la rendeva poco adatta ad accogliere borse commerciali e comunque anche facendole fare su misura sarebbero state poco capienti.
La ricerca di una nuova bici è stata brevissima, ho trovato questa GT modello Meatball in provincia di Vicenza, ho preso il treno e sono andato a prenderla portandomi dietro qualche attrezzo ed i pedali SPD.
L’ho portata a casa pedalandola, passando anche per da Verona per salutare i Corrieri in Bici.
Siamo subito andati d’accordo e cambiando qualche componente è subito diventato il mio mezzo di trasporto quotidiano nel tragitto casa lavoro (35+35 chilometri).
La prima cosa che ho cambiato è stato il mozzo Sram Automatix, che ha la particolarità di cambiare marcia una volta superati i 16 chilometri orari passando ad un rapporto più duro, la frenata è a contropedale. Sicuramente una soluzione particolare e curiosa, purtroppo però il peso e la resistenza che ha dimostrato nel rientro a casa mi hanno portato a metterlo da parte e passare subito ad una ruota a scatto fisso.
Le componenti si succedevano a ritmo forsennato alla ricerca di nuove soluzioni, il telaio si è sempre dimostrato all’altezza anche nelle situazioni più curiose.
Ero stato selezionato per la Transcontinental Race e non perdevo occasione per sperimentare nuovi assetti.
Con un assetto bikepacking ho azzardato un giro da 450 chilometri in giornata, partendo all’alba da casa per fare il giro del lago di Garda rientrando dopo cena.
Ormai era ora di partire per la Transcontinental Race e dopo una bella spazzolata al telaio ho scelto un colore che non la facesse passare inosservata.
Alla partenza in Belgio era di sicuro il mezzo meno adatto a percorrere 4500 chilometri fino alla Grecia ma a parte un problema al bullone della guarnitura che si allentava ha fatto il suo dovere egregiamente, sopportando strade sconnesse, ghiaiate, guadi, boschi e un lancio oltre una recinzione durante una rocambolesca fuga in Romania.
Al ritorno in Italia ormai era diventata la mia inseparabile compagna di avventure e la costringevo ad uscite di ogni genere. Mese dopo mese ed uscita dopo uscita il colore acceso dato a bomboletta continua a sfumare via ma nonostante tutto non sono ancora riuscito a trovare il coraggio di riverniciarla, ogni segno è legato a qualche avventura.